“Siamo sulla lama di un rasoio, se non interveniamo subito tra due o tre settimane rischiamo di ritrovarci come in Francia, Spagna e Gran Bretagna”. A dirlo è Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza e professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica, dopo il boom di nuovi casi di coronavirus di ieri in Italia.
“Se non rinforziamo l’attività di testing con uomini e tamponi, se non attrezziamo i servizi sanitari in vista dell’influenza, siamo nei guai”, spiega. “Le persone contagiate devono essere indirizzate esclusivamente nei Covid hospital, ma bisognava aver già allestito Pronto soccorso dedicati ai sospetti Covid e prevedere percorsi separati dentro gli ospedali per evitare pericolose commistioni. Molte regioni però si sono addormentate e si è fatto poco o nulla. Ora con i ricoveri per influenza negli ospedali si rischia il caos”, ospite di ‘Agorà’ su Rai3.
“La Campania è in una situazione di grandissima difficoltà. Ha da sola in questo momento lo stesso numero di casi che c’era in Italia a maggio. Di fatto quindi la Campania, ma anche un po’ il Lazio e la stessa Lombardia – che è stata la regione dove tutto è originato e dove la curva epidemica non si è mai azzerata, quindi è ripartita – sono regioni che destano certamente preoccupazione”, continua Ricciardi. “L’errore maggiore lo hanno commesso personalità illustri della politica e della scienza alimentando l’illusione che tutto fosse finito e che il virus si fosse attenuato. Ma se i contagi non si azzerano la curva epidemica inevitabilmente riprende a salire. Tanto più quando si inducono le persone ad abbassare la guardia”.
Il grande contagio è avvenuto per la troppa liberta estiva: “Tanti sono andati in vacanza in Paesi come Croazia, Malta, Grecia e Spagna che non avevano mai attuato misure rigorose come le nostre e quindi più a rischio. Ma anche in alcune nostre regioni, in testa la Sardegna, sono stati autorizzati e incoraggiati ristoranti, bar, discoteche e spiagge dove nessuna regola era applicata. Così si sono infettati tanti ragazzi che poi tornando a casa hanno trasmesso il virus ai loro familiari. Questo è un virus insidioso e contagiosissimo, che si diffonde a ritmo esponenziale. Oggi il contagio avviene in famiglia. L’età media è intorno ai 50 anni. La cosa che dobbiamo evitare è che vengano contagiati gli anziani, perché nel momento in cui viene contagiato un anziano il decorso clinico può essere molto più grave rispetto alle persone di un’età più giovane. Noi vogliamo e dobbiamo evitare un lockdown nazionale e vogliamo evitare anche i lockdown locali. È chiaro che per farlo dobbiamo limitare la circolazione del virus. E queste strategie di contenimento basate su tre pilastri, cioè la distanza di sicurezza, le mascherine e l’igiene delle mani e degli ambienti di vita e di lavoro, sono i perni essenziali comportamentali su cui basarsi”.
“Niente lockdown”
Gli scienziati si schierano contro un secondo lockdown e propongono una “protezione mirata” delle persone più vulnerabili, in modo che i giovani possano sviluppare l’immunità di gregge. Scienziati, medici e professori universitari hanno lanciato l’appello, rivolto alle autorità, con una petizione online. Questa iniziativa, lanciata anche dal professor Sunetra Gupta della Oxford University, ha ottenuto l’adesione di 6mila scienziati e più di 58mila persone che non lavorano in primo piano nella lotta contro il Covid. “In qualità di epidemiologi di malattie infettive e scienziati della salute pubblica, nutriamo grandi preoccupazioni per gli impatti dannosi sulla salute fisica e mentale delle politiche prevalenti sul Covid-19 e raccomandiamo un approccio che chiamiamo ‘Protezione Mirata’” si legge nel documento che principalmente si rivolge ad istituzioni americane e britanniche. Secondo i promotori di questa petizione le politiche di lockdown hanno effetti devastanti sulla salute pubblica. “I risultati (solo per citarne alcuni) includono tassi di vaccinazione infantile più bassi, peggioramento delle malattie cardiovascolari, meno screening per il cancro e deterioramento della salute mentale” hanno scritto.